CHE CE L'HAI CENTO LIRE
DEPLIANT
Mariano Cingolani
Come spesso accade qualcosa per caso: succede che su Netflix compare una miniserie dedicata alla vicenda di San Patrignano. Accade che si apre un dibattito ed accade che a qualcuno viene l’idea di approfondire l’argomento tossicodipendenza in maniera policronica, ricordando quello che era in quegli anni, quello che è oggi e, forse, quello che sarà in futuro, facendone parlare a due persone che hanno affrontato scientificamente e professionalmente l’argomento sia nel passato, sia nel presente e continueranno a farlo anche nel futuro: Isabella Merzagora e Rino Froldi. Sempre in modo leggero, quasi si trattasse di una discussione intorno ad un tavolo, aspettando l’aperitivo.
Umberto Genovese
Di quelli della mia generazione, cresciuti nel quartiere Giambellino a Milano, pochi hanno raggiunto la biblioteca di via Odazio per leggere e studiare. Molti non ci sono mai arrivati. Si sono persi in quella via, che era tra i principali centri di spaccio di droga d’Europa negli anni ‘80. Un buco nero, quel tratto di strada, in cui un pifferaio magico ti conduceva e dal quale molti non sono mai usciti (non solo metaforicamente). Sono convinto che -come nella favola dei fratelli Grimm del 1816- chi si salvò non fosse più scaltro o maturo, ma “anello debole” di quel gruppo (“Ne restò fuori solo uno zoppetto che non era riuscito a camminare veloce come i compagni”). Certo, a posteriori, si può tingere di epico il proprio comportamento. In tal senso può anche essere educativo farlo. Ma credo che altrettanto utile potrebbe essere una onesta revisione dei fatti vissuti, ammettendo che talvolta nella codardia possa rifugiarsi il coraggio della disperazione.
Piergiorgio Fedeli
Conoscere le droghe ed i fallimenti di ieri per combattere le droghe di domani.
Andrea Mancini
Un mio amico dice che tu non assumi la droga, è la droga che assume te.